L’etica è la pratica di riflettere su quello che decidiamo di fare e sui motivi per cui decidiamo di farlo. – Fernando Savater –
Ti è mai capitato di sentir dire a qualcuno che basta ripetersi abbastanza volte di essere una persona con determinate qualità per diventare quella persona?
Non nego che sia una bella frase motivazionale, ma concedimi di essere perplessa sulla sua effettiva efficacia.
Posso ripetere ogni giorno a me stessa e al prossimo di essere la miglior pianista di Milano, e posso anche sperare di convincere qualcuno a parole; tuttavia, per chi suona il piano da una vita, un’affermazione del genere sarà pura teoria finché non lo dimostrerò posando le dita sui tasti.
Questa analogia mi serviva per introdurre un argomento scottante della mia professione, cioè l’etica.
L’etica è la stella polare del mediatore immobiliare. Una parola che tutti nel settore hanno in bocca e usano in continuazione, in certi casi più un lasciapassare per il cuore del cliente che una vera dichiarazione d’intenti.
Tornando per un secondo alla frase motivazionale dell’inizio, non basta dire di essere un agente immobiliare con un’etica perché risulti automaticamente vero.
Così come non basta sottoscrivere un codice etico.
Quando l’etica è un valore reale
Al pari di altri lavori, quello di agente o di consulente immobiliare non sfugge alla legge del fare: ovvero, quello che ti definisce sono le tue azioni.
Purtroppo, ciò che ho notato diverse volte è un senso di pressapochismo camuffato da belle parole; una noncuranza nel trattare i clienti – senza magari preoccuparsi della situazione che hanno mentre aspettano di chiudere l’affare – e nel danneggiare i colleghi che fa male a questa professione.
Come rendersi conto se il consulente che hai di fronte sta seguendo un codice etico o no? Ho pensato di chiarire il punto con un piccolo esempio ispirato da una mia esperienza.
Considera che mi stia occupando per un cliente dell’acquisto di un immobile, e che entri in contatto con un agente immobiliare che invece sta seguendo il venditore.
Tutto sembra andare bene.
Se non che, scopro da sola, e solo in seguito, che il suddetto collega ha degli interessi personali nella compravendita e che per questo non mi comunica le problematiche che via via nascono.
In pratica mi ritrovo tra le mani una situazione spinosa, dovendo gestire anche le comunicazioni con il venditore, sebbene l’incarico che ho accettato imponga che mi occupi esclusivamente del mio cliente.
Una situazione del genere ha due conseguenze: stress per tutte le parti coinvolte, e il senso d’impotenza per il mediatore che ha provato a fare le cose per bene, e magari si ritrova la reputazione appannata per colpa del collega.
Questo non vuol dire che la situazione sia impossibile da appianare. Nel mio caso sono riuscita ad aiutare i miei clienti ad arrivare con soddisfazione al rogito; ma ciò che voglio dirti è che dove regna la scarsa comunicazione ci vogliono molta più fatica e tempo.
In sintesi, chi segue un codice etico è trasparente, evita i non detti e sente l’obbligo di trattare tutti gli attori coinvolti nella compravendita con onestà intellettuale e professionale.
E dico sente con intenzione: l’etica non è una firma su un foglio di carta, ma parte da come sei tu, dalla coerenza verso i valori dei quali ti fai portavoce.
Mi chiamo Maria Luisa Rotondo e sono una Realtor®, marchio che certifica la mia appartenenza all’associazione dei professionisti che sottoscrivono il rigoroso Codice Etico N.A.R.