Quando penso a come aiutare le persone che vendono o comprano un immobile a comprendere se sono io la figura di consulente immobiliare più adatta a loro, mi risuona nella mente un concetto fondamentale:
la persona e il professionista non possono scindersi.
Credo che in un qualunque campo, ma a maggior ragione nel real estate, si debba individuare prima di tutto il tipo di persona, per poter scegliere il giusto professionista.
Per essere duraturo, il rapporto con il cliente deve instaurarsi sulla fiducia. Per meglio attuare questa condizione è indispensabile trovare una persona (oltre che un professionista, appunto) che ricalchi i nostri valori e che si riconosca nel nostro approccio.
In questo modo il rapporto professionale cliente-fornitore, costruito su basi del tutto solide, non sarà messo in crisi da una delle due parti a causa, per esempio, di incompatibilità caratteriali.
Una delle caratteristiche che ritengo fondamentali e che mi riconosco è quella di essere completamente allineata e coerente coi miei valori: per età e carriera è un lusso che voglio credere di potermi permettere.
È un aspetto, questo, che ho cercato di raccontare in quest’altro mio articolo e che ritengo un punto di forza nel mio posizionamento sul mercato.
Amare profondamente le relazioni umane e nutrire passione nell’intraprendere ogni volta l’affascinante sfida di comprendere la personalità del mio interlocutore, hanno contribuito a costruirmi una reputazione solida, in un mercato in cui non tutti i colleghi hanno questa innata propensione.
Certo, la formazione e l’esperienza, nel mio mestiere come in altri, sono importanti; tuttavia, credo che il mio successo come professionista del mondo immobiliare sia proprio legato a quella capacità di relazionarmi con le persone e di mantenere le relazioni con i miei clienti, nel tempo.
Vendere o acquistare una casa significa, nel costante rapporto di consulenza, condividere ansie, preoccupazioni, sogni, aspettative ed emozioni che inevitabilmente si mescolano all’ operazione immobiliare.
Confrontarsi con il cliente su questo piano emotivo significa costruire una relazione profonda e, da parte mia, mantenere “la barra dritta” a tutela di colui o colei che rappresento, in modo deontologicamente inattaccabile.
La relazione corretta si basa sempre sull’affidabilità: prometto solamente ciò che sono in grado di mantenere, portando a termine gli impegni che mi sono presa. La fiducia del cliente che mi sono conquistata è una responsabilità che sento.
Tradirla per un mio illusorio vantaggio, sarebbe solamente un danno che farei (anche) a me stessa.
Se questi aspetti sul piano umano e professionale si fondono, dall’altra parte sento la tensione ad una formazione costante: quello che ho studiato o imparato venti o più anni fa, non può essere sufficiente.
Viviamo in un’era in cui i cambiamenti sono talmente inaspettati che la conoscenza diventa un aspetto che richiede un’attenzione continua e la tentazione del sentirsi arrivati non può far parte dell’approccio professionale.
Oggi chi non si forma, si ferma.
Parlo di formazione tecnica, ma anche di formazione orientata a sviluppare le mie qualità personali, skill come, ad esempio, il public speaking, la negoziazione, il marketing, il problem solving.
Questo è per me indispensabile: la spinta propulsiva che mi guida è migliorare la persona che sta dietro al professionista.
Adoro superare i limiti della mia mente. So che solo così mi potrò sentire coerente e potrò essere utile a tutte quelle persone che cercano una consulenza nel campo immobiliare per la vendita o l’acquisto della propria casa.