In un altro articolo ti ho parlato di come è cambiato il mio approccio al settore immobiliare in 30 anni di carriera, prima come agente immobiliare tradizionale e poi come consulente di parte.
Nella mia ricerca di una formula che seguisse lo spirito del tempo, e che costituisse un vantaggio per i miei clienti, ho intrapreso la formazione per diventare consulente immobiliare di parte, una figura professionale ancora poco nota in Italia ma molto conosciuta negli Stati Uniti.
Nella pratica mi occupo di mediazione atipica nel settore immobiliare, termine tecnico contrapposto alla mediazione tipica che invece è il pane quotidiano delle agenzie tradizionali.
Di primo impatto potresti aver pensato che questa distinzione non ti cambia la vita e che si tratti unicamente di tecnicismi che interessano agli addetti ai lavori.
Dopotutto tu vuoi solo vendere o acquistare una casa.
Lascia che prenda qualche minuto del tuo tempo, così che possa mostrarti 4 differenze fra l’intermediazione atipica, di cui mi occupo attualmente, e quella tipica di cui mi sono occupata in passato.
Al termine dell’articolo saprai quale delle due fa al caso tuo.
La mediazione atipica si differenzia dalla formula tradizionale su diversi livelli:
- un trattamento cucito su misura;
- assistenza sugli aspetti legali e burocratici della compravendita;
- l’ampiezza del bacino di utenza con cui fare affari;
- l’assenza di conflitti di interesse e di compromessi.
L’intermediazione atipica è costruita su misura per te
Un’agenzia immobiliare classica si occupa di mettere in contatto due parti, venditore e acquirente, per siglare un accordo commerciale che consiste in una transazione economica e nel passaggio di proprietà.
Invece, diventare consulente immobiliare di parte, o Realtor, vuol dire possedere delle conoscenze che si focalizzano sul cliente che ti sceglie.
Una persona che entra nel mio studio a Milano perché vuole vendere la sua casa avrà bisogno di informazioni diverse da qualcuno che invece mi contatta perché desidera acquistare un immobile.
È per questo che si parla di consulente di parte: o lavori per conto del venditore, e in quel caso sei un Listing Agent, o ti occupi di un acquirente, cioè sei un Property Finder.
Cambiano le abilità richieste e anche le procedure per portare a termine la trattativa.
Ma nella mia attività ho introdotto un ulteriore grado di personalizzazione: ascolto con attenzione le tue motivazioni e obiettivi e li tengo in conto nella mia strategia; si crea una contatto costante e una relazione professionale basata sulla fiducia e l’onestà.
La mediazione atipica garantisce assistenza legale/burocratica
Essere scelti per condurre una compravendita è una responsabilità per il Realtor che si traduce nei servizi offerti al cliente.
Tra questi c’è la due diligence, un’indagine che approfondisce i dati relativi all’immobile, per esempio lo studio degli atti catastali.
È fondamentale avere una conoscenza dettagliata sulla casa e su chi vuole venderla o comprarla, allontana il rischio di incappare in una truffa.
Viceversa, anche se il mediatore tipico o tradizionale ha il dovere di informarsi sulle regolarità tecniche, urbanistiche e amministrative dell’immobile, la maggior parte degli agenti non lo fa in modo approfondito.
Perciò si moltiplica il rischio di incappare in qualche problema.
Qualsiasi errore può costare molto caro in termini di stress e denaro, per la sua risoluzione.
Il consulente di parte ti mette a disposizione l’intero mercato immobiliare
Mentre un’agenzia di mediazione tradizionale possiede un bacino di utenza ristretto, rappresentato dai clienti che è riuscita a raggiungere con il suo marketing, il consulente che fa mediazione atipica spalanca le porte del mercato immobiliare, moltiplicando le occasioni di acquisto o vendita.
Il mediatore può farlo perché entra in contatto sia con i privati, sia con le agenzie immobiliari.
L’unico limite è posto dalle tue esigenze e dai risultati che hai programmato, con il tuo consulente di fiducia, di ricavare dalla negoziazione.
Traducendo, hai la possibilità non solo di concludere più in fretta la compravendita, ma anche di ottenere un prezzo più vantaggioso per te.
Con la mediazione atipica dici addio a conflitti e compromessi
Ritorniamo un attimo al primo punto, dove parlavo di come lavora un’agenzia immobiliare tradizionale.
Se l’obiettivo dell’agenzia è la conclusione di una compravendita tra due soggetti, l’agente rappresenta entrambi, contemporaneamente.
Significa che percepisce una provvigione da tutte e due le parti, e perciò deve essere imparziale.
Come si fa ad essere imparziali, pur sforzandosi, se ogni parte vuole tirare su il prezzo migliore per sé?
Nasce un conflitto di interessi.
Uno dei soggetti ne uscirà per forza scontento, e dunque l’agente tradizionale non potrà dire di aver fatto un buon lavoro; lo scopo finale non è intascare la provvigione, ma avere dei clienti soddisfatti.
Qualsiasi conflitto di interessi viene meno quando a prendere l’incarico è un consulente di parte.
Nella mediazione atipica, come indicato nell’Art. 2, comma 4 della L. 39/89, il professionista cura esclusivamente gli interessi di una delle due parti, e solo da questa percepisce una provvigione.
Per cui, al momento di negoziare con un privato o con il suo agente, pur favorendo un accordo non ricerca il compromesso: perché ha solo un soggetto della trattativa da seguire, ed è il suo cliente che deve ottenere il miglior risultato possibile.
Questi sono i 4 punti di differenza fra la mediazione immobiliare atipica e la mediazione tipica.
Spero di averti chiarito le idee su quale possa essere la formula più adatta alle tue necessità.
Sono Maria Luisa Rotondo, fondatrice di Tailor-Made Real Estate. La soddisfazione più grande nella mia attività è creare una formula adatta a ogni persona che si affaccia a una compravendita immobiliare.
Se vuoi saperne ancora di più sui vantaggi della mediazione atipica, contattami.